Dutch Passion - La leggenda olandese
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Dutch Passion è una delle banche dei semi di cannabis più vecchie al mondo, nonché una delle poche compagnie di semi storiche ancora attiva. Offre ai clienti una vasta gamma di varietà classiche originali di marijuana oltre ad alcune tra le migliori varietà nuove, molte delle quali sono disponibili in versione sia normale che femminizzata. Ha iniziato a lavorare negli anni Settanta, fondando ufficialmente la banca dei semi nel 1987.
Ha costruito il suo successo sulla base di tre principi fondamentali.
In primo luogo, seleziona e produce le migliori genetiche cannabis per dare al coltivatore autonomo la possibilità di coltivare anche da solo una marijuana di altissima qualità. In secondo luogo, continua a sostenere l’innovazione. Negli anni Novanta ha inventato il seme femminizzato e, da quando ha introdotto i semi femminizzati autofiorenti (AutoFem), ha continuato a imporre gli standard più alti. E, infine, il servizio che offe ai clienti è notevole. Siamo ancora sul mercato da vari decenni proprio perché offre semi di altissima qualità e affidabilità, e conta milioni di clienti soddisfatti.
Fin dal principio si sono resi conto che un buon servizio clienti non è niente senza i semi della migliore qualità. Ognuna delle varietà è selezionata con cura e prodotta secondo gli standard più alti possibile. Molte di esse hanno vinto numerosi premi, e sono considerate tra le migliori al mondo. Varietà come le originali White Widow, Blueberry, Skunk #11, Power Plant e Mazar sono ormai conosciutissime a livello mondiale. Spesso le nuove banche dei semi basano le proprie varietà su genetiche originali Dutch Passion.
Le varietà leggendarie sono ancora oggi popolari come negli anni Ottanta e Settanta; molti semi sono disponibili in versione sia normale che femminizzata. con l’ obiettivo dichiarato di di garantire ai clienti risultati sempre di alta qualità, vendendo circa 50 varietà diverse.
La nascita ufficiale della compagnia di semi Dutch Passion è avvenuta nel 1987 ad Amsterdam, ma le sue origini risalgono al 1972, quando il fondatore di Dutch Passion, Henk van Dalen, iniziò a coltivare la cannabis in Olanda per motivi personali. Henk godeva del beneficio di sei anni di studio di biologia (Amsterdam University, 1970 – 1976). In quel periodo, Henk seguì anche dei corsi di farmacologia, studiando gli effetti di farmaci psichedelici e altre droghe. Henk ampliò gli studi accademici con letture e studi ulteriori, e ben presto divenne uno dei primi produttori di cannabis riconosciuti.
Henk usava semi provenienti da marijuana thailandese e nigeriana importata, che iniziò a incrociare con altre varietà in cui si imbatteva grazie a una rete crescente di contatti. La sua reputazione cresceva a vista d’occhio, e ben presto divenne chiaro che la qualità delle piante ottenute dai semi di Henk era molto più alta rispetto a quella della marijuana importata dall’Asia, l’Africa e altri paesi. Nei primi anni Ottanta, Henk aveva iniziato, su piccola scala, a offrire i suoi semi ad altri coltivatori. Passion #1 (allora conosciuta come Amstel Gold) aveva una percentuale THC del 18% ed era considerata allo stesso livello dell’hasjisj migliore del tempo, il famigerato Chitral dell’Himalaya pakistano.
Si trattava di un periodo importante nella storia della cannabis. La gente iniziava a capire che la marijuana migliore non doveva più essere importata. Henk e altri coltivatori con le stesse sue idee avevano anticipato i tempi, dimostrando che, con i semi adatti, chiunque poteva produrre la propria marijuana equivalente – se non superiore – in qualità a ciò che veniva importato dai paesi considerati produttori tradizionali. “La semina era avvenuta”, dando l’avvio al movimento della marijuana coltivata in casa.
Ma il lavoro di Henk era appena iniziato. Nel 1988, aprì un coffee-shop olandese chiamato “Homegrown Fantasy”. Si tratta del primo coffee-shop in Olanda (e quindi al mondo) a vendere prodotti di cannabis coltivata e trattata in Olanda. Oggigiorno quel coffee-shop ha una nuova gestione, e non ha più niente a vedere con la reputazione di Dutch Passion. La reputazione di Henk crebbe ancora quando vinse il trofeo coffee-shop High Times per la sua Haze/Skunk originale. In quei primi tempi (1992) non c’era un premio per le banche dei semi, quindi i coffee-shop erano più coinvolti nel far conoscere le compagnie di semi al pubblico.
Henk si rese infine conto che i consumatori di marijuana a scopo ricreativo o terapeutico avrebbero, e sarebbero stati in grado di, seminare e coltivare da sé la propria marijuana. Oggigiorno questa pratica è sempre più normale, ma negli anni Ottanta l’idea che potesse diffondersi la marijuana coltivata in casa era davvero radicale. Con un solido bagaglio di conoscenze circa la produzione della cannabis, Henk creò la Dutch Passion Seed Company nel 1987. La sua filosofia – che ancora oggi è il cuore della filosofia Dutch Passion – era di non perdere mai la passione nell’offrire i migliori semi di cannabis possibili ai suoi clienti.
Semi femminizzati
Uno dei maggiori contributi di Henk – e di Dutch Passion – a favore del coltivatore autonomo è la creazione dei semi femminizzati negli anni Novanta, che ha rappresentato una tappa cruciale per chi coltiva per hobby. Svaniva così la seccatura legata al dover mantenere una grow room permanente per accudire una pianta madre, né era più necessario avere una cerchia di coltivatori che potessero fornire le talee desiderate. Il coltivatore autonomo voleva evitare la scocciatura e lo stress di coltivare più piante del necessario nella speranza di ottenere qualche pianta femmina. I nostri clienti ci dicono che il motivo principale che spinge a coltivare la marijuana è restare autonomi e indipendenti per quanto riguarda la marijuana medicinale/ricreativa. I semi femminizzati sono importanti, in quanto usandoli si evita una coltivazione di piante in quantità eccessiva
Per questi motivi la creazione di semi femminizzati avrebbe avuto un impatto enorme sul coltivatore autonomo.
Tre libri avrebbero giocato un ruolo importante nella produzione cannabica di Henk, ovvero: “Marijuana Grower’s Guide” (1978) di Mel Frank/Ed Rosenthal, “Marijuana Botany” (1981) di Robert Connell Clark e “Indoor Marijuana Horticulture” (1983) di Jorge Cervantes. Henk trovò particolarmente interessanti le osservazioni di Rosenthal circa le possibilità dei semi femmina, visto che il suo obiettivo era sempre stato quello di facilitare la coltivazione della marijuana, e renderla più conveniente per il coltivatore autonomo.
Si era già parlato più volte dell’idea dei semi femminizzati, ma nessuno era sicuro che sarebbe stato possibile crearli. Henk notò che, alla fine del ciclo vitale, una pianta femmina spesso produceva fiori maschio se lasciata abbastanza a lungo. Questi fiori producevano “polline femmina”, e dai semi risultanti nascevano piante femmina. Henk iniziò a impiegare sistematicamente questo metodo, studiando le piante nelle diverse fasi della loro vita. Notò che la maggioranza delle piante femmina tendeva a produrre piccole quantità di fiori maschio se lasciata abbastanza a lungo. È un meccanismo per la sopravvivenza incorporato nella genetica delle piante di cannabis – un modo per favorire la produzione di semi anche in assenza di piante maschio. Henk ricorda ancora bene la sua prima sperimentazione: raccolse questo “polline femmina” per impollinare altre piante femmina, raccogliendo e piantando poi 50 semi dai quali si svilupparono esclusivamente piante femmina. Per Henk e Dutch Passion fu un momento storico. I primi semi femminizzati furono messi in vendita, diventando subito l’argomento del giorno per la comunità cannabica. Le scorte si esaurirono in pochissimo tempo, e la richiesta aumentò vertiginosamente. La sfida successiva fu di trovare il modo di produrre quantità abbondanti di “polline femmina” in modo da riuscire a produrre quantità ingenti di semi femminizzati, soddisfacendo così la richiesta crescente.
Per capire come risolvere il problema, Henk si affidò alla sua formazione da biologo, ricordandosi degli studi effettuati su verdure come i cetrioli. Era possibile affidarsi a ormoni vegetali e altri metodi meno complicati per modificare la morfologia e fisiologia delle piante senza disturbare l’ordinaria crescita della pianta femmina. Gli studi furono migliorati e perfezionati. Lo scopo era produrre quantità abbondanti di polline in modo da produrre più semi femminizzati, rispondendo alla domanda crescente da parte dei coltivatori autonomi.
Oggigiorno, la grande maggioranza di semi venduti è composta da semi femminizzati. Il processo di femminizzazione è stato migliorato negli anni ed è ormai affidabilissimo e costante; molte banche dei semini ora offrono solo semi femminizzati